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Chiesetta_Dedica_Famiglia_2005 






















Torre_antica





















Silvio_Pellico










Vittorio_Emanuele










 

                                                                 
                                             



Le origini dell' antico maniero risalgono fin dal X secolo.


Nel 1814, scriveva il Canonico Giuseppe de Conti in merito a Murisengo: “Comune del Cantone di Montiglio. Villaggio e Castello anch’essi sulla ponta d’alto e fertile colle già infeudato in titolo di Contea nella famiglia Scozia suddetta di Casale, ha riputazione di grande antichità, poiché vuolsi che, San Candido della Legion Tebea, il di cui corpo qui si venera, abbia ivi, ne’ primi secoli della Chiesa riportato la corona del martirio”. Nel 1164 fu questa terra impegnata con altre a favore dell’Imperatore Federico, da Guglielmo Marchese di Monferrato, come narra il Benvenuto di S.Giorgio. Divenuto poi bersaglio per le guerre di successione al Monferrato nei secoli XIV, XV e XVI ebbe a patire e a esercitare il suo valore guerresco. 





Il Castello di Murisengo appartenne agli Scozia fino al 1873, nel quale anno, per il matrimonio di donna Tarsilla Scozia, esso passò al marito don Francesco Guasco Gallarati Marchese di Bisio e di Francavilla. Come antico maniero non esiste che la merlata torre, così, della sua storia, si hanno pochi ed incerti dati. L’origine dell’edificio è velata di mistero. Da un registro di memorie dell’archivio di casa Scozia, compilato verso il 1730, risulta che tutte le pergamene e le carte anteriori al Quattrocento andarono perdute negli incendi e saccheggi dai quali furono più volte funestati il castello e gli umili edifici del villaggio rurale. La distruzione del primo e ben munito edificio guerresco deve essere avvenuta in epoca molto posteriore al 1400. Le caratteristiche del Castello fanno pensare che esso sia stato ricostruito non oltre il 1600. 


L’entrata al Castello è di recente costruzione. Falso antico. In stile medioevale, essa fu costruita nel 1891 su disegno del Conte Giuseppe Ferrari d’Orsara. Tra la porta e la merlatura è stata murata una terracotta raffigurante l’Assunzione della Vergine di Luca della Robbia. Ai lati sono affrescati gli stemmi degli Scozia e dei Guasco. Spada e croce. Esercito fedele. 


Dal vestibolo si passa nella cappella con esemplare cura d’arte e con mistica devozione. L’altare è ornato da un trittico rappresentante nel mezzo la Vergine del Rosario ed, ai lati, S.Giuseppe (protettore dei lavoratori) e Sant'Anna (protettrice delle partorienti). Le sale dell’appartamento d’onore sono ampie, severe e ariose. Dall’atrio si passa nella sala degli Scudi , poi nella sala dei Fiori e poi ancora in quella degli Stemmi. La singolare bellezza del principesco ambiente è data dall’alto soffitto a sette volte: le due estreme portano dipinto, al centro, lo stemma degli Scozia, le altre formano lo stemma dei Guasco, inquartato con il gonfalone papale in petto. Sotto il cornicione, bellissima e policroma araldica istoria, sono dipinti gli stemmi delle famiglie paterne di tutte le spose entrate in casa Guasco. 



Dai recenti studi si pensa che la torre risalga fin dall' inizio del XI secolo. Da quell’epoca essa subì alterazioni e modificazioni dovute al tempo e agli uomini, alle mode e alla necessità. Nei mesi estivi ed autunnali, sulla torre, sventolava la bella bandiera giallo-azzurra (a simboleggiare l’oro superbo e l’azzurro fedele) dei Guasco di Bisio. Nella seconda metà dell’Ottocento, la parte alta dell’antica torre a base quadrata, venne arricchita di una merlatura tutt’oggi visibile.
Dal volume “Murisengo. Notizie generali, feudali, ecclesiastiche, comunali”, pubblicato a Casale dalla Tipografia Cooperativa nel 1912, vi si legge il testo della lapide, già scomparso all’epoca della pubblicazione, che un tempo ornava la parte alta della torre con questa frase benaugurante: “Hostibus arx fortis / sed amicis gratior aula mei” (Roccaforte per i nemici, ma corte gradevole per i miei amici, ndr.), posta nell’aprile del 1510 da Bernardino Scozia 
Dell’antica Torre merlata si narra che, una certa Giulietta, ultima custode del Castello, all’età di ottantotto anni, cadde dall’alto della torre, volendo imitare il volo dei rondoni…….


SILVIO PELLICO PATRIOTA E SCRITTORE –       Nell' androne che collega  l' ingresso ed il parco con il cortile interno del Castello, entrando a sx, vi è posta una lapide su cui si legge: “Silvio Pellico, amico del Marchese Don Carlo Guasco di Murisengo, nipote della Contessa di Murisengo Osanna Scozia, ospite in questo castello, rievocando i fantasmi di Dante, scrisse la "Francesca da Rimini" l’anno 1813".  Un’opera che originò giudizi di critica contrastanti divisi tra Stendhal che, la considerava un capolavoro e, Ugo Foscolo che, dopo averla letta, consigliava di bruciarla.



Nello stesso androne a dx è posta una ladipe su cui si legge "S.M. Vittorio Emanuele III  -   S.A.R. Umberto Principe di Piemonte   onorarono di loro augusta presenza questo Castello, sede della direzione delle manovre militari nell' agosto 1928"

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